Clima asciutto, venti di scirocco, terreni salmastri e piogge scarse creano un'atmosfera particolare che, oltre a segnare profondamente l'anima del visitatore, creano le migliori condizioni per la coltivazione della vite, tanto che in molti legano al vino l'etimo della città: Pakusòinos, terra del vino buono.

Il nostro territorio

Pachino la terra del buon vino

Da sempre considerata la culla del Nero d'Avola e zona d'origine di grandi vini rossi, apprezzati in tutta Europa, Pachino viene avviata alla produzione vitivinicola nel XIX secolo dalla famiglia del Marchese di Rudinì, annoverata tra i fondatori della città. Oltre l'Oasi di Vendicari, ci si addentra in una terra baciata dal sole e dal vento, dove da sempre l'uva cresce rigogliosa e da millenni viene lavorata secondo il sistema “ad alberello”. Un sistema che permette di ottenere uve a resa medio-bassa ma ad alta gradazione zuccherina, da cui si ottengono vini di grande struttura e vellutata rotondità. L’alberello è quindi l’elemento dominante del paesaggio rurale di questo straordinario angolo di Sicilia: si dipana per filari lungo le tante colline dell’entroterra, tra muri a secco delimitati dagli ulivi e terreni argillosi o di origine vulcanica.

All'estremità dell'europa

Un’area che gode di condizioni pedoclimatiche assolutamente irripetibili. La posizione geografica rende questo territorio unico, situato com'è nel punto più a sud d'Europa, nell’apice più meridionale della Sicilia che si affaccia sul Mediterraneo e sulle coste africane. È un territorio dove le sopravvivenze fenicie, greche, arabe creano un contrappunto continuo: le antiche tonnare settecentesche di Marzamemi e Capo Passero, le torri di guardia spagnole e bizantine, il Barocco del Val di Noto, il Liberty dei palazzi dei primi del novecento: tutto fa da impareggiabile cornice al lavoro dell’uomo, che ha tratto i migliori frutti grazie alle straordinarie peculiarità pedoclimatiche dei terreni. Ulivi, carrubi, mandorli e agrumi, ma soprattutto vigneti a perdita d’occhio.

E viti a perdita d'occhio

Il clima asciutto, il vento di scirocco e i terreni salmastri creano infatti un'atmosfera particolare che, oltre a entrare nell'anima del visitatore, regalano le migliori condizioni per la coltivazione della vite. Tanto che in molti legano al vino l'origine etimologica della città di Pachino: Pakusòinos, terra del vino.

The land of good wine

In the years gone by this area has been known for having given origin to the greatest of the red wines, which have been highly regarded in all of Europe; historically speaking, the area of Pachino was started off to wine production in the past centuries by the Rudini family whom with their large, age old estate of 4000 hectares, numbers as one of the founding families of the town of Pachino. Here, in addition to the Oasi di Vendicari, we find the birthplace of the Nero d'Avola, an area with a hign-growing and producing vocation that benefits from the pedoclimatic conditions, irreproducible elsewhere and absolutely unique. This is the town of sunlight, of the wind and of the sun, where we have always had the flourishing growth of grapes. Its geographical position makes this area unmistakeably unique, situated as it is in the extreme south of Europe, in that southern extension of the Island of Sicily which seems to want to offer its visitors a spectacular view of the Mediterranean Sea and of the African Coast. Here, the arid climate, the south- eastern winds, the brackish lands and the rare rains all create a particular atmosphere that deeply marks the visitor's soul. The particularly favourable climatic conditions of Pachino for grape growing have led some to look for the origin of the etymon of wine: Pakusoinos, the land of good wine.

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